I criteri per l’utilizzo degli spazi dei centri civici del Comune di Como è governato da uno specifico Regolamento (n. 68/2015) approvato dal Consiglio Comunale.
Alla Giunta compete deliberare l’entità della tariffa.
Con l’avviso pubblico approvato con determina Dirigenziale n 701 del 21-3-2023 sono state rese note le tariffe per il periodo maggio 2023-aprile 2024. La Determinazione oltre a stabilire le tariffe di concessione prevede “i rimborsi spese per l’utilizzo dei centri da intendersi aggiuntivi rispetto al pagamento delle tariffe”.
I rimborsi richiesti in aggiunta alla tariffa di concessione sono arbitrari ed illegittimi alla luce del Regolamento n. 68/2015 che all’art. 1 stabilisce:
“la concessione degli spazi è subordinata al pagamento di una tariffa che tiene conto:
- della capienza delle sale,
- della durata dell’occupazione,
- delle spese vive di gestione, che considerata la tipologia degli edifici, vengono determinate dalla Giunta in misura forfetaria nel principio di redditività del Patrimonio tenendo conto dell’esigenza di favorire le attività aggregative e la vita sociale nei quartieri e comprendono: le spese di segreteria amministrativa, le spese di pulizia, di riscaldamento e di elettricità”.
Il tenore dell’articolo 1 del Regolamento non lascia spazio a dubbi interpretativi; la tariffa è unica ed è comprensiva delle spese forfetarie di gestione sopra precisate.
Il principio contenuto nell’articolo 1 viene ribadito nel successivo punto 2 del Regolamento che stabilisce:
“al fine di agevolare le attività associative, viene applicata una tariffa agevolata comprensiva del rimborso delle spese di gestione per i titolari di una concessione annuale”.
Non possono quindi essere richiesti rimborsi aggiuntivi alle tariffe determinate in via forfetaria a norma del Regolamento la cui ratio è improntata ad agevolare le Associazioni e la socialità.
A questi aspetti che denotano la illegittimità della Determinazione Dirigenziale e quindi dell’azione della Giunta si devono aggiungere due ulteriori considerazioni.
1) Gli importi pretesi a copertura dei costi di gestione appaiono privi di adeguata giustificazione per totale carenza di individuazione dei criteri e dei riferimenti adottati per stabilire la loro quantificazione.
A solo titolo esemplificativo consideriamo quanto nell’allegato si riferisce al centro civico di via Grandi: un solo utilizzo settimanale di ognuno dei locali disponibili porterebbe nelle casse del comune 2.040 € cui si devono aggiungere le tariffe previste per ogni associazione, senza considerare le entrate da occupazioni occasionali (quante sono? da parte di quali realtà? con quali frequenze?). Si tratta naturalmente di un ragionamento minimale ma che pone molte domande che non trovano riscontro nell’ingiustificato e viziato processo deliberativo.
Civitas condivide la richiesta di diverse Associazioni di giovani e anziani rivolto alla Amministrazione Comunale con il quale la invitano a rivedere il bando di assegnazione degli spazi evidenziando la insostenibilità dei nuovi costi.
- tutto quanto fin qui affermato è importante ma non tocca il cuore “politico” della questione. Il Regolamento rimarca il “fine di promuovere l’attività associativa” e proprio questa finalità impone che venga “applicata UNA TARIFFA agevolata, comprensiva del rimborso delle spese di gestione, per i titolari di concessione annuale a rotazione di cui all’articolo successivo.“: con la duplicazione dei costi (tariffa e rimborsi spese) la finalità sociale viene vanificata o meglio posta nel nulla.
Civitas esprime la propria distanza da questa politica che non è in grado di riconoscere il beneficio “sociale” generato dall’impegno di volontari che mettono a disposizione energie, intelligenza e tempo per regalare occasioni di benessere umano, sociale e relazionale e condivide il contenuto dell’appello che le associazioni hanno ritenuto di rivolgere al Sindaco.