Non sono meravigliato che la Russia abbia invaso l’Ucraina per le posizioni assunte e manifestate in tempi non sospetti da Putin il quale ha dichiarato “il crollo dell’URSS è stata la più grande tragedia geopolitica del ventesimo secolo”. Partendo da tale presupposto la sua visione politica si è focalizzata sulla restituzione alla Russia del ruolo di superpotenza ricostruendo, almeno in parte, l’influenza di Mosca sulle Repubbliche nate dallo smantellamento dell’Urss tra le quali vi è l’Ucraina. Secondo Putin la protezione dei confini della Russia dall’allargamento ad est della Nato passa attraverso il controllo di una seria di “stati cuscinetto”.
Tale visione, senza andare troppo indietro nel tempo, è stata attuata con il supporto dato alle guerre silenziose, fino a ieri, in atto dal 2014 nelle repubbliche di Donbass e Lugansk, senza dimenticare la Crimea che è stata riassorbita senza spargimenti di sangue. Sono repubbliche autoproclamate da ribelli filorussi gestiti, organizzati, finanziati ed armati da Putin il quale ha sempre accusato l’Europa e gli Usa di essere coloro che destabilizzavano l’Ucraina. Va infatti ricordato che Putin ha paragonato gli interventi delle forze governative Ucraine nei confronto dei ribelli all’assedio di Leningrado nella seconda guerra mondiale.
La visione ossessionata ha fatto si che l’accordo di cessate il fuoco di Munsk del 2015 sia rimasto lettera morta.
Stante la rigida posizione di Putin ogni sforzo diplomatico era destinato ad avere scarse, se non inesistenti, possibilità di successo come è avvenuto. Ritengo impossibile dialogare con chi ha ossessioni e pretende di imporre scelte, per la propria presunta sicurezza, a soggetti terzi; mi riferisco al divieto dell’Ucraina a entrare nella Nato. E’ sicuramente un arbitrio inaccettabile estraneo alle regole della diplomazia. A conferma di ciò oggi 24.2 Putin ha dichiarato: “l’attacco era necessario per difenderci” come se l’Ucraina, con l’aiuto della Nato avesse manifestato intenzioni bellicose.
Le misure adottate dall’Europa sicuramente creeranno problemi ed impoveriranno la Russia e anche il suo apparato bellico ma credo che le ripercussioni sul resto del mondo globalizzato saranno comunque forti e pesanti.
Mi domando perché l’Europa pur conoscendo le posizioni di Putin non abbia per tempo adottato precauzioni per divenire meno dipendente dal gas russo che, in buona parte, condiziona la produzione di beni e servizi con ricadute negative sull’economia globale. Da ultimo evidenzio che le dichiarazioni dei politici oggi si riducono a mere frasi di circostanza, come tali dovute, che però non possono incidere sulle scelte di Putin; (Letta: “se non difendiamo L’Ucraina non difendiamo noi stessi”; Conte “confidiamo in una risposta europea”).
Credo che sarebbe da irresponsabili entrare in guerra contro la Russia per le conseguenze catastrofiche che ne deriverebbero.