La città come invenzione continua del futuro
Pubblicato sul quotidiano L’Ordine, il 20 febbraio 2010
Avete mai pensato che la città è una delle più antiche invenzioni dell’umanità?
Da almeno 5000 anni le città sono il luogo della solidarietà, dello scambio, della conservazione dei beni e delle risorse comuni, della sopravvivenza, della trasmissione dei valori culturali e degli affetti fra le generazioni, del controllo civile sul territorio e sui sistemi di trasporto, della amministrazione di una giustizia, se autonoma dal potere politico.
Nella città si concentrano la forza e le intelligenze per affrontare il presente e il futuro, ed è un meccanismo complesso di valori, di economie e di poteri per far vivere il territorio circostante e metterlo in rete con altri territori.
E’ la polis, il luogo dove nacque la Politica e dove si costruì il senso originario della Democrazia.
Questa è “l’intelligenza urbana”, sulla quale si sono fondate le speranze ed il futuro di intere regioni, perché lo scambio, il confronto, la aspra lotta politica ha permesso a tante comunità di individui di scegliere e di progredire, sia per il bene comune sia per quello individuale.
Ora, vi domando, ma perché una città bella e antica come Como (1814 anni dalla fondazione romana!)
debba attendere decenni per trovare il suo riscatto urbano, per definire una sua nuova identità che la rilanci e la valorizzi. Al punto da far dire ai propri cittadini le solite tristi cose sulla politica, sui suoi rappresentanti, sulla malafede degli eletti, ecc . Che noia senza fine, che spreco di tempo e di energie.
Ma è pur vero che da più di 20 anni Como non ha una “governance” che sappia orientarla verso la “città intelligente”, nel senso etimologico del “leggere dentro”: una città che sappia raccogliere e coordinare le esigenze vitali e le opportunità che già contiene per trasformarle in “idee di città”, per dare a tutti senso collettivo e prospettive comuni in un quadro d’insieme razionale, progressista, lungimirante, insomma forte e coraggioso.
Ma cosa è una “idea di città”? E’ un modo di esprimere una visione e un obiettivo comune, fondato su forme urbane e giuridiche solide ma adattabili a tempi mutevoli, fondato sulla conoscenza dei dati e sul coraggio di non cedere alle volontà di singoli gruppi o di piccoli potentati, trattando ogni cosa per ottenere un risultato in primis per la città nel suo complesso, con buona soddisfazione per chi si impegna anche economicamente accettando questo assunto.
E’ una invenzione antica e perenne, che scaturisce dalla buonafede di chi è chiamato a decidere. E’ l’invenzione antica e moderna della città.
Questa è l’Urbanistica dei popoli forti e questa è la pianificazione dei luoghi e del tempo in cui essi si muovono. Questa è la Politica dei forti, che guarda oltre le contingenze e costruisce futuro in una o più visioni collettive, nelle quali si muovono gli individui e i loro legittimi interessi.
Si chiama e si chiamerà sempre, “Utopia della Realtà”, quella che vede oltre il muro dei luoghi comuni e dei particolarismi. Quella che stupisce per la voglia di cambiare pur restando fedele ai suoi valori collettivi e riconosciuti.
Perché l’Urbanistica non è solo trattativa economica: è un sistema di regole che devono conformare (e quindi “dare forma”) alle scelte. E’ un modo di conquistare temi per aprire prospettive.
E’ un sistema che deve creare partecipazione, per ascoltare la città e per sviluppare futuro, che
deve comunicare cose positive a tutti, per convincere.
Quello che è certo, è che le persone contano: gli strateghi della città devono dimostrare di essere tali, e mai di essere gregari di un sistema politico-economico che li possa condizionare in un verso o in un altro.
Questa è la fragilità del sistema democratico, ma visti i precedenti del ‘900, non ne conosciamo di migliori, e dobbiamo procedere in questa direzione. Se il PGT di Como, in corso di preparazione, è ancora un misterioso calderone fumante di cifre e percentuali, (ancora per quanto tempo?), – dove l’Alchimista- Urbanista rimescola sostanze e ingredienti che da soli non possono dare senso al futuro -, è urgente che l’intelligenza urbana li trasfonda in una o in diverse “idee di città”, che abbiano spessore di intenti e vista lunga per almeno una nuova generazione.
E’ vero che nella pianificazione ci si trova spesso davanti a programmi e a risorse insufficienti, ad incognite dominanti. Ma questo è sempre avvenuto: solo la volontà di cogliere le “intelligenze urbane” sa costruire una o più visioni sulle quali puntare. Si può procedere per approfondimenti successivi, avendo attenzione di selezionare le scelte, alimentando il programma e trasformandolo in Politica, in interesse per la città. Per cui il “Documento di Inquadramento Urbanistico” che sta uscendo un po’alla volta dai laboratori del Comune, deve essere il manifesto di queste intenzioni.
Ma al contrario di quello che ho letto, deve partire dai problemi e arrivare alla soluzione sulle aree.
Che vi siano aree problematiche è noto, ma vanno viste come risorse da utilizzare, non come punti di partenza di un collage da completare. Se la visione è quella di un piccolo “policentrismo” comasco, come ho letto in questi giorni, con la definizione di alcuni nuovi centri commerciali qua e là (a Camerlata, a Ponte Chiasso) come se la grande distribuzione fosse la panacea che risolve ogni problema, mi pare che sia utile riflettere ancora e parlarne, ascoltando la città e le sue voci diverse, i suoi luoghi indefiniti e la loro energia interna.
I temi sono più alti e importanti di così, e se saranno affrontati in modo adeguato daranno risposte anche per i singoli luoghi.
Per esempio: avete una visione di Como Città Turistica e attrattiva per tutto l’anno per il circuito internazionale? Perfetto, lavoriamo sulla qualità del turismo, esigiamo la qualità dei progetti e dei servizi, ne avremo un ritorno.
Avete una visione di Como Città Universitaria, con scuole internazionali che vengono a studiare da noi e con noi? Ottimo, chiudiamo la vertenza San Martino/Sant’Anna e quanto ne consegue, e lavoriamo per un Campus Internazionale con programmi fortemente attrattivi.
Avete una visione per l’imprenditoria in affanno? Troppo tardi, avevate la Ticosa per puntare sulla innovazione con ComoNExT ma ve la siete giocata male. (Lì il problema non vi riguarda più, pensate ad altro, ne avete abbastanza per arrivare a fine mandato).
Avete una visione per i cittadini più giovani, per le nuove famiglie e per gli anziani? Benissimo, definiamo i luoghi, le case ecologiche ed economiche, i servizi per questi utenti, facciamone una risorsa sociale per la città ed una opportunità di lavoro per le imprese di costruzione e per le cooperative.
Avete una visione per Expo 2015? Ne dubito, ma forse è già nelle idee precedenti che possiamo trovare una nuova identità urbana utile per il 2015, e forse anche per il 2025.
Troviamo un profilo più alto, signor Sindaco e signori del Consiglio Comunale, per non lamentarsi poi della città che non risponde, dei poteri forti che non vogliono cambiare, dei giornali che criticano senza proporre, del tempo perso fra di voi in beghe da cortile che non interessano davvero a nessuno.
Mi spiace, ma non è colpa nostra se a Como tutto si è fermato.
Ora è il momento di ripartire con intelligenza: Como esige uno sforzo enorme di Piano e di Progetto per riscattarsi ed essere migliore di prima. Problemi sensibili, obiettivi lungimiranti, luoghi da conformare e progetti di qualità da selezionare con severità, intelligenze urbane da valorizzare, contatti e orizzonti larghi, e anche un po’ di umiltà per ammettere, dopo tanti errori, che da soli e senza una visione di “realistica utopia” non si va avanti di un passo.
Como, 26 febbraio 2010
Ado Franchini
N.B. Questo articolo è di 12 anni fa, e a Como non è cambiato quasi nulla….tranne durante i 5 anni del Mandato della Giunta Lucini (2012-2017), che con uno sforzo immane è riuscita a spostare in avanti la stasi ventennale della città, approvando in tempi serrati il PGT, bloccato da decenni, realizzando molti progetti di trasformazione urbana, adottando un Piano dl Traffico assolutamente necessario (annullato dalla Giunta Landriscina), creando un sistema di raccolta differenziata efficiente (dal 30 al 70% di differenziata in 4 anni), preparando le basi per molti altri progetti di interesse pubblico…..che la Giunta Landriscina ha subito affossato o ignorato, perdendo anche i finanziamenti pubblici già pronti da investire…….)
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