Il nostro racconto – resoconto sulla mala gestione degli ultimi 5 anni, a danno della città di Como, ad opera dell’amministrazione Landriscina. Analizzeremo, punto per punto, i 23 capitoli del programma allora presentato, per evidenziare quanto ciò che era stato promesso è stato poi puntualmente disatteso.
Capitolo 2.
Ripartire dal Municipio: la valorizzazione delle risorse umane e del patrimonio comunale
La promessa.
In ogni azienda, sia pubblica sia privata, le risorse umane rappresentano indubbiamente il primo valore utile per il raggiungimento degli obiettivi, a patto che vengano correttamente valorizzate, secondo le migliori pratiche gestionali, assecondando e al tempo stesso ottimizzando le attitudini personali e professionali, d’intesa con le Organizzazioni Sindacali. Nel caso del nostro Comune è necessario stabilire un processo di riorganizzazione e rideterminazione del fabbisogno di personale in grado di risolvere le criticità esistenti per rispondere efficacemente sia ai bisogni quotidiani dei cittadini sia alle necessità del sistema Como.
I fatti.
Risulta quanto mai indicativo lo spazio esiguo dedicato alla valorizzazione delle risorse umane. Il Comune ha continuato a perdere risorse umane in termini quantitativi e qualitativi. Amministrazione Lucini: – 61 dipendenti (con limitazione del blocco del turn over)
Amministrazione Landriscina (parziale novembre 2021): – 109 dipendenti (senza limitazione del turn-over)
La promessa.
Si cercherà di rendere più semplice e comprensibile il dialogo tra cittadini e Comune strutturando percorsi e processi adeguati, anche con l’impiego delle nuove tecnologie. AI fine di valorizzare il Patrimonio Immobiliare comunale disponibile, si cercheranno soluzioni finora non praticate tra le quali anche l’utilizzo dello strumento del Fondo Immobiliare.
I fatti.
Mercato coperto ex-grossisti: mancato completamento della sua riapertura ed assenza di un qualsisasi seria ipotesi progettuale. Non sono nemmeno completati i lavori ancora da completare (es. balaustre e piani ammezzati)
Mercato coperto: mancato piano di ristrutturazione e di rilancio Serve invece un nuovo regolamento (quello vigente risale agli anni ’30, cioè quando il Mercato è stato costruito);
Torre Pantera: è stata ristrutturata con lavori durati anni e poi lasciata inutilizzata, perché pare ci siano problemi dimensionali dei locali. Nessuna ideo ne progettazione per l’utilizzo
Palazzo Natta: 9 anni di lavori, 2.5 milioni di fondi pubblici per la sua ristrutturazione, anch’esso abbandonato e inutilizzato. Nel 2020 l’assessore Pettignano ribadisce le medesime intenzioni dichiarate nel 2018 ovvero: “Il Palazzo potrebbe diventare sede di uffici e assessorati”. Ufficio Turismo, Ufficio Cultura, Ufficio Qualcosa. Tempi? Impossibile dirlo al momento ora i tecnici dovranno valutare lo stato dell’edificio e riscontrare eventuali criticità e interventi necessari” – Ad oggi il nulla.
Collegio di Santa Teresa: Mai piu riaperta. Attualmente non è utilizzato dagli studenti – resta nella gestione dell’Università Insubria che dsi dice interessata a trasformarlo in collegio di merito. L’area antistante risulta degradata e con una scandalosa copertura della antica cripta della chiesa di Santa Teresa mantenuta per volere della Sovrintendenza ma mai aperta al pubblico nè valorizzata. Area di possibile interesse per posti auto e – in passato – oggetto di abusivismo.
Borgovico vecchia: l’ultima proposta dell’assessorato è quella di ampliare lo spazio dell’ex-parcheggio abusivo, all’interno del progetto generale di rifacimento. Attaulmente oggetto di plurimi interventi sui sottoservizi. Ancora non si è visto un serio progetto di ristrutturazione e di caratterizzazione urbanistica.
Ex-polveriera Valbasca: ristrutturata con soldi pubblici ormai da 3 anni e mai aperta al pubblico
Teatro Politeama: è stato istituito un tavolo di co-progettazione che – a breve – dovrebbe presentare le conclusioni su aspetti gestionali, economici e tecnici. L’ultima asta svoltasi a febbraio di quest’anno – prezzo base circa 2 milioni di euro – è andata deserta. Vi era un iniziale interesse da parte del Conservatorio, poi tramontato per via del costo eccessivo. Nessun aiuto da parte dell’amministrazione nel perseguire tale progetto. Gli unici interventi ad oggi la messa in sicurezza delle facciate. Si parlava di utilizzarle come supporto pubblicitario. Nemmeno questo è stato realizzato.
Ex-orfanotrofio di via Grossi: anche questo complesso è stato oggetto di aste andate tutte deserte – al momento risulta vincolato e necessita di ristrutturazione. Ogni anno è stato inserito in bilancio come entrata ma non è mai stata realizzata.
Fondo immobiliare per la gestione del patrimonio: mai costituito e nemmeno proposto in commissione e consiglio. Patrimonio sostanzialmente immutato con nessuna valorizzazione degna di nota se non peggiorato (v. Teatro Politeama, ex-orfanotrofio di via Grossi).
La promessa.
Anche le Società Partecipate dal Comune di Como fanno parte del patrimonio comunale e di conseguenza, del patrimonio dei comaschi. Una buona amministrazione comunale deve svolgere una permanente attività di controllo su queste società, al fine non solo di mantenerne il valore ma cercare anche di accrescerlo. La nuova amministrazione dovrà perseguire un processo di razionalizzazione delle partecipate tale da ottimizzare i servizi erogati ai cittadini e ottenere maggiori entrate monetarie da impiegare nella spesa corrente.
I fatti.
Civitas ha promosso l’uscita del comune di Como dalla partecipazione alla società Villa Erba, come da Legge Madia. La società si conferma infatti essere in perdita e finalizzata solo a spartizione di potere partitocratico. Gestione di CSU servizi non sempre impeccabile come nel disservizio e il danno arrecato ai concessionari del porto di sant’Agostino in occasione dei lavori della banchina.
Leggi il capitolo 1: https://www.civitascomo.it/la-como-mancata/