Oggi iniziamo un racconto che vuole essere il resoconto della mala gestione degli ultimi 5 anni, a danno della città di Como, ad opera dell’amministrazione Landriscina. Analizzeremo, punto per punto, i 23 capitoli del programma allora presentato, per evidenziare quanto ciò che era stato promesso è stato poi puntualmente disatteso.
Ma quali erano i contenuti del programma elettorale sbandierato in vista delle amministrative 2017? Andiamo a rileggerli:
“Insieme Como vince: per un nuovo metodo di governo della città per trasformare Como in una delle migliori small cities d’Europa. Una città sicura, viva, capace di attrarre talenti, investimenti e sviluppo per divenire laboratorio per l’innovazione, la semplificazione e la sostenibilità ambientale, luogo di riferimento della bellezza e della qualità della vita. Como può e deve essere capoluogo pioniere, protagonista delle scelte di sviluppo anche del territorio insubrico, interlocutore autorevole dei diversi livelli di governo, dalla Regione ai Ministeri, fino alle istituzioni europee, capace di attrarre sempre maggiori risorse e di realizzare progetti innovativi. Como merita di rinascere in quanto possiede nel suo straordinario capitale umano le energie e le forze capaci di intraprendere questo cammino. È necessario alimentare, in un clima di ritrovata fiducia e ottimismo, un percorso di riqualificazione, rigenerazione e rilancio della città, condiviso e coraggioso, visionario e concreto, graduale e inarrestabile. Va tracciato il futuro per la nostra città almeno per prossimi 10 anni: un progetto che si realizza dal primo giorno di mandato, coinvolgendo nelle scelte i cittadini. Il dialogo permanente con la città sarà infatti la cifra caratteristica del nostro metodo di governo: dai giovani alle associazioni di categoria, dal mondo del volontariato, all’università, dagli operatori del turismo a quelli culturali, dai commercianti agli artigiani, dalle assemblee di zona agli ordini professionali e ai sindacati: per 5 anni ascolto e confronto saranno alla base della costruzione delle politiche del Comune. Per rinascere occorre innanzitutto liberare le energie e le capacità dei comaschi da tutti gli ostacoli che le soffocano o le limitano quali, ad esempio, l’insicurezza, la cattiva burocrazia, la mobilità congestionata o l’inquinamento. Per le sue caratteristiche uniche, Como può davvero diventare una delle più belle small cities europee e per questo si dialogherà con le città che registrano i livelli più alti nella qualità della vita per condividere esperienze e buone pratiche. Immaginiamo una Grande Como, vicina ai più fragili, un capoluogo intelligente e inclusivo: nessun comasco dovrà rimanere indietro, perché soltanto stando uniti potremo finalmente guardare avanti. Riteniamo fondamentale partire dalle “piccole cose quotidiane”, oggi trascurate, che servono ai cittadini quali la manutenzione ordinaria di strade, marciapiedi, edifici, giardini e arredo urbano perché vogliamo una città curata e ben tenuta. Como può diventare per ogni suo cittadino la più bella città nella quale scegliere di abitare, studiare, lavorare“
Capitolo 1.
La città sicura e il sostegno alla legalità
La promessa.
Rendere la città più sicura è condizione preliminare per garantire una buona qualità della vita di tutti, di chi a Como vive, lavora e la visita. Per questo motivo gli obiettivi sulla sicurezza vengono posti in apertura di questo programma sostenendo e valorizzando l’impegno di tutte le Forze dell’Ordine.
I fatti.
E’ stata istituita una commissione speciale sicurezza che, dopo due anni di lavori di audizione e analisi, ha ammesso che a Como non esiste un problema sicurezza (o, almeno, non più che in altre città di grandezza equiparabile).
La promessa.
Sarà nostro compito, nei limiti della normativa vigente, prevenire fenomeni d’illegalità e abusivismo concentrati sul territorio comunale e che riguardano la sicurezza della città, l’ordinata convivenza, il rispetto delle regole, la pulizia e il decoro, l’ambiente e la qualità della vita locale.
I fatti.
Emanazione di un nuovo regolamento di polizia urbana ridondante di divieti e paragonabile alle “grida” di manzoniana memoria. I contenuti, oltre ad essere in buona parte non condivisibile e mal fatti, non sono stati rispettati. Balzate alla cronaca nazionale le ordinanze natalizie contro i bivacchi e i giacigli dei senza dimora – incluso il divieto delle attività di volontariato con relative minacce di sanzione (come successe all’associazione di don Roberto Malgesini, Como Accoglie).
La promessa.
Il Sindaco e l’Amministrazione Comunale rivestono in questo ambito un ruolo determinante. Occorre rivitalizzare la partecipazione dell’Amministrazione Comunale al Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica insediato presso la Prefettura e, inoltre, garantire la partecipazione ai patti locali di sicurezza urbana, d’intesa e con il pieno supporto finanziario della Regione Lombardia.
I fatti.
Non si sono avute notizie di particolare attività di tale comitato che coinvolgesse Como.
La promessa.
Andranno valorizzati il “Vigile di quartiere” e la “Polizia di Prossimità”, migliorando le sinergie tra Forze di Polizia statali e la nostra Polizia Locale, al fine di presidiare l’intero territorio cittadino.
I fatti.
Vigile di quartiere e polizia di prossimità sono stati implementati mentre è stato smantellato il nucleo che si occupava di controllare e sanzionare reati e illeciti di natura ambientale.
La promessa.
Si stimolerà il “controllo di vicinato”, svolto in collaborazione tra i residenti nei quartieri e la nostra Polizia Locale, allo scopo di avere un dialogo costante e costruttivo, non solo emergenziale, con tutti i cittadini e con le associazioni locali.
I fatti.
Il dialogo con l’associazione “Controllo del vicinato” c’è stata, ma poi l’assessore Negretti ha deciso di procedere senza tener conto, almeno nella disposizione segnaletica, dei contributi ricevuti.
La promessa.
Verrà estesa la rete di videosorveglianza e riqualificata la rete di illuminazione pubblica cittadina, con particolare attenzione agli attraversamenti pedonali oggi scarsamente illuminati.
I fatti.
E’ vero, il servizio di video sorveglianza è stato implementato, ma il Garante della Privacy lo ha bloccato a causa della tecnologia di identificazione facciale non consona. La nuova rete di illuminazione è invece stata una delle poche cose di questa amministrazione portata a termine.
La promessa.
Si rilancerà il “Patto per la Sicurezza del Lago di Como”, tra la Prefettura, il Comune, le Forze di Polizia lacuali, il sistema 118 e le tante associazioni di volontariato, per garantire un elevato standard di sicurezza sul Lario. Si ridarà slancio alla collaborazione con la Guardia di Finanza per combattere l’evasione fiscale, la corruzione e tutte le forme di illegalità.
I fatti.
Non si rilevano particolari azioni in tal senso. E’ stata realizzata una forma associata tra le PL di Como-Erba-Cantù-Mariano Comense di dubbia utilità. E’ stato premiato a Nizza, dal Forum italiano per la sicurezza urbana, il progetto “Smart Insubriae” promosso da Regione Lombardia: 27 comuni provinciali con Como capofila che prevede integrazione e cooperazione tra il personale delle PL dei vari comuni coinvolti.