Il 14 novembre di ogni anno ricorre la Giornata Mondiale del Diabete (GMD), bandita proprio nel giorno in cui è nato uno dei due vincitori del premio Nobel per la Medicina Frederick Grant Banting. Egli, partendo da alcune ricerche di un medico rumeno, Nicolae Paulescu, e coadiuvanto dai Colleghi Macleod (l’altro vincitore del premio), Collip e Best, scoprirono e descrissero sperimentalmente l’insulina ed il suo funzionamento(1).
Da qui, l’insulina divenne la prima speranza per la terapia di una grama malattia cronica, il diabete mellito.
Il diabete è definito da elevati livelli di glucosio del sangue, ed ad oggi è diviso in due grandi insiemi: il diabete TIPO 1 , che interessa giovani, adolescenti o anche di minore età, caratterizzato da assenza, o ridotta produzione di insulina, per cui la terapia cardine è proprio la somministrazione di insulina, ed il diabete TIPO 2, dell’adulto/anziano, caratterizzato non da una mancanza di insulina, ma da un ridotta azione della stessa a livello degli organi, per cui la terapia iniziale si basa gli insulino-sensibilizzanti per poi arrivare, nel caso non fosse sufficiente, sino all’insulina.
Possiamo considerare oggi il Diabete non solo come una malattia a se stante, ma come uno dei principali fattori di rischio di altre gravi malattie. Ad esempio, la complicanze del diabete possono includere: aterosclerosi, malattie renali, cardiache, retiniche e nervose (2) che possono portare ad amputazioni di arti, dialisi, cecità, che a loro volta determinano notevoli disabilità. Vi sono inoltre recenti evidenze, da studi di popolazione, che alti livelli di glucosio nel sangue aumentino il rischio di tumori del colon e retto di circa il 70%(3).
Nella sola Italia (dati del 2012), il 5,5% della popolazione (ovvero circa 3,5 milioni di persone) era affetto da diabete mellito. La prevalenza della malattia pare in costante aumento, +60% di diabetici rispetto al 1993. Ne consegue un importante sforzo economico da parte del Sistema Sanitario Nazionale: il costo, in costante aumento, delle cure dirette è di circa 9 miliardi, a cui vanno aggiunti circa 2 miliardi per il costo dei farmaci e dei dispositivi per utilizzarli, per un totale di circa 11 miliardi/anno (valori tutti in Euro). Mancano, purtroppo, dati attendibili sui costi indiretti della malattia, ad esempio riguardo i giorni lavorativi persi(4).
E’ una malattia prevenibile? In larga parte sì, massimamente il Tipo 2: uno sano stile di vita, sia dal punto di vista alimentare che della attività fisica, sono tra le basi della prevenzione. E ridurre l’inquinamento.
Una recente lavoro(5), ha seguito per 8 anni e mezzo una coorte di 1729108 Veterani degli Stati Uniti d’America, senza nota diagnosi di diabete, reclutati tra il 2003 ed il 2004. L’esposizione alle PM2,5 è stata assegnata in base a dati NASA ed EPA riguardanti il territorio di residenza del singolo soggetto. Ai fumatori attivi è stata assegnata esposizione a concentrazioni di PM2,5 = 667 μg/m3 mentre agli esposti al fumo passivo è stata assegnata una esposizione a concentrazioni di PM2,5 = 35 μg/m3. In base a diverse simulazioni, concentrazioni di PM2,5 inferiori a 2,4 μg/m3 sono state considerate non influenti sul rischio.
Questi i risultati dello studio:
- ogni incremento di 10 μg/m3 di PM2,5 si associa ad un aumentato rischio di diagnosi di diabete del 12-15%
- il rischio si stabilizza per concentrazioni di PM2,5 superiori a 12 μg/m3
Nella discussione è poi stato evidenziato che:
- nel 2016, a livello mondiale, poco più di 3 milioni di nuove diagnosi di diabete sono attribuibili ai livelli di PM2,5
- il costo globale di disabilità dovuto al diabete attribuibile alle PM2,5, misurato in DALY (Disability-Adjusted Life Years, ovvero la somma degli anni di vita persi per morte prematura con gli anni di infermità dovuti ad una particolare malattia) è di 8,2 milioni di anni.
- Nel solo 2016, il totale delle morti per diabete attribuibile alle PM2,5 è stato 206105.
Ancora una volta, come già evidenziato in un precedente editoriale, le PM2,5 si dimostrano alquanto perniciose nei confronti dell’ organismo umano. C’è un modo, oltre ai già noti, di ridurre tali polveri?
Assolutamente sì.
L’istituto di Biometereologia del CNR di Bologna ha descritto e sistematizzato diverse piante, circa 30, per la forestazione urbana e la mitigazione ambientale(6). Nelle città si ha la necessità, solitamente, di ridurre le polveri sottili, gli inquinanti gassosi (ad esempio NOx) e la CO2. Ogni pianta ha le sue caratteristiche: per esempio l’Acero Riccio garantisce, per singola pianta, un assorbimento di 3,8 tonnellate di CO2 in 20 anni. Il Frassino Orniello e il Tiglio hanno una grandissima capacità di catturare polveri sottili (di cui fanno parte anche PM10 e PM2,5!) e assorbire inquinanti gassosi.
In conclusione, le ultime evidenze in letteratura ci consentono di individuare un agente inquinante come preciso fattore di rischio per la malattia diabete. In più, si evidenzia anche che una certa quantità di malati di diabete mellito è attribuibile esclusivamente alle PM2,5. Sappiamo però anche quale funzione hanno determinate piante, e questo permetterebbe addirittura di organizzare dei parchi piantumati ad hoc sulle reali esigenze di ogni città.
Nello specifico di Como, le aree, ad esempio, ex Ticosa e dei giardini di Viale Varese potrebbero essere utilmente riqualificate in questo senso. Ma anche il Parco dell’ ex Manicomio potrebbe essere parzialmente piantumato, come potrebbe anche essere utile ripiantumare lo spartitraffico di viale Giulio Cesare.
Purtroppo, i valori di PM2,5 permessi dalla Legge (ovvero 25 μg/m3 di media annuale) sono estremamente alti, così come le concentrazioni rilevate a Como negli ultimi anni. Affrontare seriamente il problema sarebbe davvero faticoso e difficile, e sarebbe ben diverso dall’attualissimo “non so cosa fare, ci faccio un parcheggio”. Dalla nostra abbiamo la scienza e la conoscenza, sempre in evoluzione. Riuscire a mitigare le PM avrebbe un impatto drammaticamente positivo sulla salute umana. Ma ci deve essere anche la volontà e la coscienza politica di fare ciò.
LINK UTILI
BIBLIOGRAFIA
- http://it.wikipedia.org/wiki/Frederick_Grant_Banting#Premio_Nobel
- Papatheodorou K et al. Complications of Diabetes 2016. J Diabetes Res Volume 2016, Article ID 6989453, http://dx.doi.org/10.1155/2016/6989453
- Vulcan A et al. High blood glucose levels are associated with higher risk of colon cancer in men: a cohort study. BMC Cancer 2017;17:842 DOI 10.1186/s12885-017-3874-4
- Disosteo O et al. State-of-the-Art Review on Diabetes Care in Italy. Ann Glob Health 2015;81(6):803-13
- Bowe B et al. The 2016 global and national burden of diabetes mellitus attributable to PM2,5 air pollution. Lancet Planet Health 2018;2:e301-12
- http://bo.ibimet.cnr.it/notizie-ed-eventi/forestazione-urbana