Il carico mentale

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Il carico mentale

di Eva Cariboni

Tempo fa mi sono imbattuta in alcune vignette di una fumettista francese, pubblicate on line da Internazionale, che riguardavano il concetto del carico mentale. Concetto che credo appartenga al vissuto della stragrande maggioranza delle donne e del quale, pur essendo per la sua semplicità quasi banale e lapalissiano, poche di noi sono realmente consapevoli; per tante rimane nascosto, quasi un sordo sottofondo fastidioso che pervade la quotidianità.

 

Per fortuna ci ha pensato La Repubblica pubblicando, in occasione della Giornata della donna, il libro da cui sono tratte le vignette: “Bastava chiedere!” di Emma (classe 1981, fumettista, blogger e ingegnera informatica francese), davvero un libro da leggere e da regalare a chi ci sta accanto.

Ma cosa si intende innanzitutto per “carico mentale”?

Il carico mentale consiste nel dover sempre pensare – nella gestione di tutto ciò che attiene la sfera familiare – a cosa c’è da fare: che bisogna comprare la carne per la settimana, che bisogna aggiungere il detersivo alla lista della spesa, che siamo in ritardo con il pagamento della bolletta, che i figli sono improvvisamente cresciuti e non hanno più un paio di jeans che vada bene, che bisogna ritirare le ricette dal medico, che la lavatrice inizia a puzzare e quindi c’è da pulire il filtro, che il cibo per il cane sta finendo, che il proprio compagno non ha più camicie pulite, che c’è da prenotare il colloquio con il professore…. potrei continuare per altre venti pagine e ancora gli esempi di tutto quello che costituisce il carico mentale non sarebbero esaustivi.

Quello che mi preme sottolineare è che, nella stragrande maggioranza dei rapporti, il carico mentale ricade quasi esclusivamente sulle donne. Ed è un lavoro continuo, sfiancante e invisibile.

Racconta Michela Murgia, nella prefazione del libro, che intorno a lei bambina l’intera organizzazione familiare era in carico alle donne e che questa pesante forma di “managerialità” imposta era chiamata con orgoglio, dalle stesse donne che in qualche modo la subivano, matriarcato: “il maschilismo qui è un’apparenza: sono le donne che comandano in Sardegna! Se la donna si ferma non funziona più niente. La vera padrona è lei. Racconta anche che i maschi annuissero sornioni, facendo finta che quella narrazione fosse vera.

In realtà, ci spiega la Murgia, non si tratta di matriarcato ma di matricentrismo: e cioè della responsabilità palese che le donne erano (e sono!) costrette ad assumere per reggere un sistema di potere profondamente patriarcale. La donna così diventa l’ingranaggio fondamentale di un meccanismo che per sua stessa natura non la può rendere padrona nemmeno di sé stessa e del proprio tempo, se non al prezzo di sensi di colpa e solitudine.

La situazione odierna è molto diversa e sicuramente migliore di quanto raccontato nella prefazione del libro.  È indubbio che al giorno d’oggi gli uomini facciano cose impensabili fino a 40 anni fa: lavano i piatti, si fanno carico almeno parzialmente delle faccende domestiche, arrivano addirittura a cambiare i pannolini ai figli!

Tuttavia – e arriviamo al titolo del libro Bastava chiedere! – la maggior parte di loro si aspetta che sia la compagna a chiedergli di occuparsi di quella particolare incombenza: significa che ancora la considera come la responsabile principale dei lavori domestici.

Insomma la donna è tutt’ora la manager della gestione della casa, l’uomo è (o meglio si è) relegato al ruolo di semplice esecutore.

Quindi sta a lei sapere cosa c’è da fare e quando farlo! Ma se si chiede alle donne di organizzare tutto e poi anche di svolgere metà (nell’ipotesi migliore) delle cose da fare, le si carica di gran parte del lavoro familiare totale, con buona pace della tanto auspicata suddivisione equa delle incombenze domestiche.

Ecco perché fintanto che il problema dello squilibrio del carico mentale non sarà trattato e dibattuto alla pari degli altri dislivelli di genere, quali la disparità salariale, la vera parità di genere rimarrà sempre un’utopia, perché mentre tutte le migliori energie degli uomini saranno dedicate al loro lavoro e alle loro passioni, quelle delle donne saranno di continuo deviate verso l’organizzazione familiare.