Prendendo a prestito il titolo di una canzone di “cocciantiana” memoria possiamo così riassumere la vicenda della ciclopedonale “Dorsale dei pellegrini”; o almeno fino ad ora.
Inizialmente pensavamo fosse solo inerzia nell’iniziativa della Giunta, come quella che ha portato poi a perdere i fondi “Cult City” per i giardini a lago. Poi, quando l’assessore Bella portò in Regione le insormontabili criticità progettuali per cui si chiese una proroga alla regione Lombardia, avevamo quasi creduto che almeno la volontà di realizzare l’opera ci fosse. Ma con l’intervento in Consiglio Comunale, lunedì 30 novembre, dell’Assessore Gervasoni, le carte sono state scoperte.
E’ stato chiaro in un minuto che quel progetto, questa Giunta non è mai stata intenzionata a portarlo a termine nemmeno con le varianti già a suo tempo ipotizzate sul progetto finanziabile dalla Regione.
L’obiettivo si è rivelato essere perdere appositamente i fondi di Regione Lombardia (1.400.000 euro) per poi non avere vincoli nel ridisegnare il progetto con un tragitto che andasse a genio a loro e a quello sparuto gruppo di commercianti aggrappati a quei 30 parcheggi di via Mentana.
Ma andiamo a vedere le pretestuose carte girate sul tavolo dall’Assessore.
Tra le gravi criticità del progetto cita il fatto che la ciclopedonale passi attraverso villa Olmo dove non possono accedere le biciclette. A parte il fatto che essendo una pista ciclopedonale uno, la bicicletta per attraversare il parterre di villa Olmo, se la potrebbe anche portare a mano camminando; il punto è, però, che quest’affermazione è FALSA e che il regolamento del Parco di Villa Olmo prevede che le biciclette, attraversando il parterre, possano comunque accedere se a passo d’uomo.
Altro carta farlocca sarebbe la preoccupazione manifestata sulla lievitazione dei costi che, nella variazione di bilancio, recentemente approvata sono saliti a 4.200.000 euro. Il motivo? In realtà non lo sa nemmeno Gervasoni e lo ammette candidamente durante la discussione della variazione al bilancio in consiglio comunale. Però dovrebbe sapere che almeno 280.000 euro sono legati alla variante progettuale inserita nel DUP 2018-20 preceduta da abile strategia dilatoria criticata a suo tempo da Civitas (Articolo: DOVE e QUANDO FINIRÀ LA CICLABILE?).
Per completare, lunedì scorso cala il suo asso di bastoni e ci fa sapere che: “se permettete”, se non si ottengono i fondi e a quel (nuovo) costo, la ciclopedonale cosi com’è con i soldi del Comune “assolutamente non la voglio realizzare”.
Lui si dice assolutamente impegnato a richiedere una proroga dei tempi alla Regione, ma poi inciampa in un lapsus froidiano da manuale quando afferma che “ se purtroppo la Regione mi da i soldi” poi corretto in “se per fortuna”.
Ma l’unica carta sincera, il vero motivo della rinuncia al progetto parzialmente finanziato, è un due di picche per la città di Como e ce l’ha riconfermato lui stesso.
Consiste in quel tratto di 200 metri, con circa 30 posti auto, cui i commercianti del mercato coperto non possono assolutamente rinunciare pena la “morte delle loro attività”. Passi che c’è via Sirtori alle spalle che è tutta un posto auto, passi il parcheggio a raso sopra al silos sempre in via Sirtori, passi anche il multipiano del Tribunale posto a 50 metri in linea d’aria dal mercato coperto, con 700 posti auto quasi mai al completo (forse 3-4 giorni all’anno durante la città dei Balocchi). Passi addirittura il fatto che, se tanto sono necessari i parcheggi in quella zona, questa giunta si sarebbe dovuta spendere dal primo giorno per la realizzazione dell’ormai mitologico autosilos del Cardinal Ferrari. Passi tutto questo ma quei 30 posti in via Mentana, per Gervasoni, valgono un progetto europeo e la rinuncia a 1.300.000 euro che ora dovrà cacciare il comune di Como (cioè tutti noi).
Attenzione però.
Nel Documento Unico di Programmazione 2021-23 c’è scritto che la realizzazione del progetto sarà condizionata all’ottenimento dei fondi regionali. Pensando male (ma si sa cosa si ottiene..) si potrebbe tradurre cosi: se non ottenessimo i fondi regionali (già praticamente fortissimamente volutamente e persi) a quel costo non la realizzeremo. Sarebbe quindi necessario ex novo un altro progetto (con buona pace dei contribuenti che hanno pagato i 280.000 di cui sopra) e, con i tempi bradiformi di questa Giunta, non vedremo nemmeno i cartelloni di inizio cantiere.
Vuoi vedere che oltre al progetto pervicacemente realizzato di “dementanizzazione” del percorso l’obbiettivo finale, durante questo mandato, era di non realizzarla proprio la “ciclopedonale”?
Civitas è certa di cogliere l’indignazione di moltissimi cittadini comaschi interessati alla mobilità sostenibile ed ai suoi molteplici effetti positivi nel denunciare questa vergognosa e inaccettabile presa in giro che dura da 3 anni e mezzo.