Su gentile concessione delle autrici, Paola Bernard e Nicoletta Pirotta, alle quali va il nostro “grazie” siamo onorati e lieti di ospitare il testo integrale della comunicazione letta nel corso dell’assemblea pubblica di mercoledì 20 marzo 2024. Ne condividiamo contenuto e profondità di pensiero e invitiamo a leggerlo e diffonderlo.
La storia degli asili nido viene da lontano.
Una storia fatta di trasformazioni portentose a riprova della loro capacità di sintonizzarsi con i cambiamenti sociali e culturali delle differenti epoche che hanno attraversato.
Da opera assistenziale per la maternità ed infanzia a servizio educativo a tutto tondo in grado di rispondere non solo ai bisogni dei genitori, specie delle madri lavoratrici, ma anche e sopratutto ai bisogni (e ai diritti) dei bambini.
Ma non solo, gli asili nidi pubblici (nati è bene ricordarlo con la legge 1044 del 1971) hanno arricchito la conoscenza della primissima infanzia perché hanno consentito, per la prima volta, di osservare i bambini piccolissimi in un contesto differente da quello famigliare, rendendo evidenti competenze sociali e relazionali fino ad allora sconosciute.
Anche gli asili nido di Como hanno avuto una storia gloriosa che speriamo venga potenziata e non demolita.
Grazie all’impulso offerto dalle rinnovate conoscenze pedagogiche sull’infanzia e grazie all’impegno ed alle lotte, è bene sottolinearlo, del personale , educativo e non, in sintonia con le famiglie utenti del servizio e in presenza di amministratori illuminati, gli asili nido comaschi sono diventati un “fiore all’occhiello” dell’Amministrazione e un valido luogo di crescita per bambini e famiglie.
Ma fiori all’occhiello non si nasce, lo si diventa e lo si rimane con l’adeguatezza delle piante organiche, con la cura degli spazi, con la programmazione pedagogica e gestionale, con la formazione e l’aggiornamento permanenti, con il coinvolgimento delle famiglie nella gestione e programmazione del servizio, con il sostegno convinto di chi governa la città.
E’ grazie a tutto ciò che gli asili nido pubblici sono diventati luoghi in cui si è fatta cultura sull’infanzia , si sono offerti ai bimbi strumenti per crescere in modo armonico, si sono sostenute mamme e papà nel trovare il modo migliore di essere genitori, si è cercato di diffondere la consapevolezza che il bambino, seppur piccolissimo, sia una persona con bisogni, carattere, desideri e diritti propri, non più appendice o prolungamento dei genitori.
La scelta delle Amministrazioni del passato (remoto) di investire sugli asili nido pubblici ha avuto ricadute sociali positive anche in relazione alla possibilità data in particolare alle donne di conciliare lavoro e famiglia. In un momento storico come quello che stiamo vivendo nel quale si punta molto, almeno a parole, sull’importanza del lavoro femminile, converrebbe tenere presente quanto gli asili nidi siano importanti per poterlo consentire, in particolare per le donne che decidono di avere un bimbo.
Queste positive ricadute sociali dovrebbero essere considerate quando si affronta il problema dei costi. Perché è innegabile che un asilo nido pubblico di qualità sia costoso ed è comprensibile che in anni di politiche restrittive che tagliano le risorse economiche a disposizione degli Enti Locali il problema dei costi si ponga. Ma un’amministrazione saggia dovrebbe mettere a confronto costi e benefici per scegliere quel che è meglio per garantire diritti, rispondere ai bisogni, promuovere benessere.
Sembra invece di capire che a Como, e non da ora, si preferisca disinvestire sugli asili nido pubblici: una per volta si chiudono strutture, cancellando così , chiusura dopo chiusura, un patrimonio prezioso per la città.
Ma , viene detto, ci sono i nidi privati che possono sostituire quelli pubblici.
Non è così. Un nido privato, anche nel migliore dei casi, può integrare l’offerta pubblica ma non sostituirsi ad essa. Per sua natura un nido privato non può che rispondere alle leggi di mercato piegando le scelte educative a quelle economiche.
C’è da augurarsi che chi governa oggi la città sappia tornare sulle proprie decisioni dimostrando di essere capace di ascoltare e rispettare i bisogni che le famiglie utenti del servizio esprimono.
E’ stato detto dall’attuale Sindaco che è piacevole vedere il cortile di Palazzo Cernezzi, sede del Comune, pieno di persone che protestano perché sarebbe questa la politica.
Ci permettiamo di sottolineare che se conflitto e protesta sono utili a sollevare problemi la Politica, quella con la P maiuscola è la capacità di risolvere collettivamente questi problemi, con pazienza, ascolto, rispetto reciproco e competenza.
Paola BERNARD e Nicoletta PIROTTA (ex direttrici degli asili nido comunali)