E via con l’ennesima sconfitta del Comune in una vicenda giudiziaria.
Ci riferiamo, ovviamente, alla sentenza relativa al contenzioso fra Associazione Carducci/Ag. Entrate/Comune di Como; quest’ultimo è stato soccombente sia con riferimento alle domande proposte dall’Associazione sia con riferimento a quelle dallo stesso Comune proposte, in via riconvenzionale, nei confronti dell’Associazione; in altre parole la sconfitta giudiziaria in primo grado è stata totale nonostante l’Amministrazione si sia avvalsa, per difendersi, di ben quattro avvocati (così si legge nella intestazione della sentenza).
Le ovvie conseguenze sono state: il Comune non incasserà i quasi 120.000,00 euro pretesi e dovrà pagare circa 12.000,00 di spese legali in favore dell’Associazione.
Le spese legali che l’Amministrazione dovrà sborsare sono denari dei cittadini contribuenti i quali saranno sicuramente felici e orgogliosi dei propri rappresentanti, passati e presenti, per l’ottimo e positivo risultato ottenuto.
Crediamo che i cittadini sarebbero stati però più felici e orgogliosi se l’Amministrazione e i suoi legali avessero approfondito tutti gli aspetti della vicenda, compresi quelli giuridici e si fossero seduti ad un tavolo con l’Associazione per ricercare una soluzione extragiudiziale, magari anche rivedendo, o meglio aggiornando, alcune pattuizioni senza stravolgere la volontà dell’Ing. Musa.
Speriamo che l’Amministrazione non si trinceri dietro il detto “siamo fiduciosi nella giustizia, in appello vinceremo”.
Proseguendo nella lite, a nostro parere con scarse possibilità di riforma della sentenza, vi sarà comunque un aggravio di costi dei quali sempre il povero cittadino ne sopporterà l’onere.
Ci domandiamo in generale se non sia il caso che l’Amministrazione sia per il presente che per il futuro rifletta un po’ di più prima di avventurarsi in contenziosi, ovvero subirli, per proprie decisioni discutibili o per prese di posizione rigide pensando di avere sempre e comunque ragione e credendo, o pensando di far credere, di agire nell’interesse pubblico senza rendersi conto di ottenere il risultato contrario.