Comunicato stampa del 17 gennaio 2020.
Costruire la città senza barriere, senza ostilità, senza nemici, senza odio e senza rancore è l’utopia dei costruttori di pace.
Respingere, aggredire, amplificare le differenze e fare di sé l’unico modello accettabile è il “realismo” dell’uomo tutto d’un pezzo.
Tra le due strade CIVITAS sceglie la prima.
I gesti di intolleranza che ogni giorno si ripetono nelle nostre città sui mezzi pubblici e amplificati dai social media trovano continua giustificazione nel cattivo esempio di amministratori pubblici e di uomini politici come quelli che tolgono il patrocinio a iniziative come la marcia della pace di Cantù, per il fatto che questa muove un passo inclusivo nella direzione di una minoranza che professa la fede islamica, e in chi non trova imbarazzo nel destinare uno spazio pubblico come la pinacoteca Comunale di Como per la presentazione di un libro dichiaratamente ostile all’Islam.
Noi ci consideriamo eredi e testimoni di una storia che affonda le proprie radici nel diritto, nella tolleranza e nella fraternità universale. Per questo riteniamo nostra responsabilità politica dichiarare che non siamo disposti a sottoscrivere le scelte che abbiamo sopra ricordato, che consideriamo lontane da ciò che è doveroso fare in vista della costruzione di una società di Uomini e Donne liberi e in pace.
Nostro impegno è esportare stili inclusivi, di apertura e dialogo e non intendiamo fare nostri modelli che non appartengono alle culture di cui siamo figli.