Il Consiglio Comunale di Como è stato chiamato dalla Giunta ad approvare una modifica del Regolamento della sosta delle auto dei residenti, motivata dalla necessità di adeguarlo ad una norma che esclude la possibilità di riserve di posti per ospiti di strutture alberghiere. Tale proposta, a parte l’esigenza normativa, porta altre modifiche che non affrontano il cuore della questione. Le esigenze di molti cittadini sono eluse e per quanto riguarda le controverse condizioni poste si propongono addirittura aumenti tariffari.
Di fronte ad un problema oggettivo si mantiene lo strumento del sorteggio che, paradossalmente, non è che una conferma di una disparità di trattamento che non dovrebbe esserci.
Il documento, predisposto da una Giunta che ancora non è in grado di proporre un Pano per la Mobilità dopo aver cestinato quello predisposto dall’amministrazione precedente, è da considerarsi un interessante test per saggiare il modo di porsi di questa maggioranza nei riguardi di cittadini che vivono un problema oggettivo e che incide sulla loro quotidianità (nella fattispecie l’indisponibilità di un posto-auto). La mancanza di “tavoli” di confronto e collaborazione tra amministratori e cittadini conferma la visione del cittadino come suddito
Il sistema parcheggi, che per i cittadini residenti non può che essere annoverato tra i “servizi”, è affidato alla gestione di Como Servizi Urbani (CSU), società strumentale del comune di Como, e che genera da anni un utile significativo, di molte centinaia di migliaia di euro, per le casse della stessa CSU. Non c’è ragione perché CSU, e per suo tramite il Comune che riscuote canoni, debba anche lucrare sui bisogni di una parte dei nostri concittadini.
In convalle non esistono più posti “bianchi” e gli stalli a disposizione dei residenti sono, ancora oggi, in numero inferiore alla necessità. Il ricorso al sorteggio esclude ogni anno alcune centinaia di cittadini che, in aggiunta, sperimentano la beffa di una richiesta onerosa (16 €) che non viene loro rimborsata dopo l’esclusione. La loro domanda si trasforma quindi in una sorta di “gratta e perdi”.
Le persone escluse, che per i più svariati motivi non possono permettersi di fare a meno dell’auto, sono messe in condizione di doversi “arrangiare”. Chi riesce, perché le condizioni reddituali lo consentono, si rivolge all’offerta privata di chi dispone di spazi o box e diventa facile preda di color che non esitano a massimizzare la rendita che ne deriva. La rendita è una sorta di “tassa privata” imposta da chi detiene beni e pagata da coloro che ne hanno la necessità e non ne dispongono. Una pubblica amministrazione dovrebbero agire in modo da minimizzare le condizioni che favoriscono la rendita privata.
L’obiettivo non può che essere il superamento della situazione attuale con la messa a disposizione di un numero di stalli almeno pari alla domanda dei cittadini residenti o assimilati, poiché è compito dell’amministrazione è produrre azioni nell’interesse dei propri cittadini volte alla soddisfazione dei loro bisogni: ancora una volta, invece, viene certificato un bisogno che lascia senza risposte oltre 250 cittadini e ciò non sembra bastare per muovere alla ricerca di soluzioni condivise e partecipate.
È, almeno, necessario ridisegnare con criteri diversi la configurazione dei “settori” e, quando la risposta sarà data a tutti senza esclusioni, si potrà anche procedere alla eliminazione della riserva esclusiva del posto (stalli “gialli”) in modo da assicurare la possibilità di una loro fruizione da parte di altri. Quest’ultima scelta, del tutto prevalente in altre città, si accompagna a una diversa tipologia di parcometri e ad impianti tariffari ad hoc, se del caso variabili nel tempo e nello spazio, per governare e contenere la sosta prolungata di altre tipologie di utenza nei periodi, nelle giornate e negli orari ritenuti critici, ben sapendo che la “domanda” varia nel tempo.
Ciò che crediamo debba essere immediatamente eliminato è lo schema che trasforma un bisogno oggettivo di alcuni cittadini in un opportunità di guadagno per l’amministrazione comunale o per privati.
L’offrire la possibilità ai residenti di lasciare l’auto in uno stallo ragionevolmente prossimo alla propria abitazione rappresenta un servizio il cui costo non può superare gli eventuali e certificati costi vivi dell’amministrazione.
Sono facilmente accessibili i dati relativi ad altre città che permettono di capire come viene affrontato il tema in località non meno penalizzate della nostra dal punto di vista del problema della sosta dei residenti.
I risultati sono sorprendenti e fanno comprendere che quanto detto sopra non è un’ipotesi fantasiosa ma la prassi prevalente che colloca Como in fondo a una possibile classifica.
Ecco, di seguito, cosa si può rilevare.
A Como sono consentiti al più due permessi per famiglia (in quei settori dove non si procede a sorteggio e dove sono disponibili stalli residui); oltre ai 16 euro della domanda, al cittadino è richiesto il pagamento di 170€/anno per il primo posto “blu” e di 340€/anno per il secondo. Per il posto “giallo” la cifra sale a 374€/anno che col nuovo Regolamento, per i posti “coperti” (come in Borgovico) lieviterà fino a 680€/anno o addirittura a 850€/anno. Qualcuno sostiene che tale cifra è modesta rispetto al costo di un posto “privato”.
Il sorteggio non esiste nelle realtà che ho indagato.
A Milano, Bologna , Roma, Firenze e Varese i posti “blu” per residenti sono gratuiti e il cittadino non paga nulla!
A Genova la tariffa è di 25€/anno, a Palermo 10€/anno.
A Bari per la prima auto il costo è 30€/a, ulteriori permessi sono al coto di 300€/a.
In altre città ci sono tariffe correlate all’Isee o alla potenza del mezzo parcheggiato: a Torino, ad esempio, si va da un minimo di 10€/a a un massimo di 180 €/a, a Napoli da 10€/a a 150 €/a.
Interessante è poi notare che, diversamente da quanto succede a Como, soltanto a Napoli si concede un solo permesso a famiglia, che la validità del permesso è di tre anni a Milano, illimitato fino al permanere delle condizioni a Roma.
A Firenze si richiede semplicemente l’esposizione della fotocopia del libretto di circolazione che riporti la targa dell’auto e la residenza del proprietario e a breve la sosta sarà gratuita in determinate fasce orarie anche al di fuori dal settore di residenza.
Roma permette la sosta (gratuita) anche agli artigiani che hanno il laboratorio nel settore; Genova lo concede anche a chi è ricoverato per cure mediche (pensate che cosa succede al S.Anna e per il Valduce).
Insomma. Si può fare in ben altra maniera. Ed è bene che i cittadini ne siano consapevoli.
Di seguito la sintesi dei dati raccolti.
Como “blu”: 2 permessi 17O€/anno e 34O €/anno; sorteggio in alcune zone
Como “giallo”: 374 €/anno; 680 €/anno (coperto); 850€/anno
Roma: gratuito, 2 permessi per famiglia, anche artigiani; senza rinnovo
Milano: gratuito per “dimoranti “, validità 3 anni
Varese: gratuito
Bologna: gratuito
Firenze gratuito; con esposizione fotocopia del libretto di circolazione
Palermo 10 €/anno; solo “blu”
Genova 25€/anno, 30€/anno il terzo veicolo e 300€/anno dal quarto; anche “dimoranti e persone ricoverate per cure mediche
Torino “blu” (giallo solo in zona movida in alcuni momenti): fino a 12 mila € Isee e potenza <100 kW 10 €/anno
Fino a 20 mila € 45 €
Isee <50 mila € 90 € /anno
Isee > 50 mila € 180€/anno
Napoli: in funzione dell’Isee 10 €/anno; 25€/anno; 50€/anno; 150€/anno (massimo); uno per nucleo famigliare
Bari: 30 €/anno dal secondo 300€/anno; 3 permessi a famiglia per residenti e i dimoranti che non dispongono di posto auto.