A pagina 6 del Corriere della Sera del 23 settembre 2019, si può leggere il dossier “Quanto inquina un aereo?”, a firma di Leonard Berberi. Vengono riportati alcuni dati, estremamente interessanti: rispetto al 1990, nel 2018 c’è stato una produzione di 918 milioni di tonnellate di anidride carbonica, ovvero un aumento del 70% circa, rispetto 1990 (542,3 milioni di tonnellate). La produzione dello scorso anno equivale al 2,4% della produzione mondiale totale di CO2, una quantità estremamente importante.
Da cosa deriva questa produzione monstre di CO2? Benchè le varie industrie produttrici di aeromobili stiano producendo aerei meno inquinanti, per risparmio di carburante, e le compagnie aeree hanno deciso di aggiornare la loro flotta sostituendo progressivamente i vecchi mezzi, evidentemente il gioco non è ha avuto l’effetto sperato (sempre che ci fosse stato tal desiderio…): nel 1990 la produzione di CO2 per passeggero era di 529 chilogrammi per passeggero, nel 2018 è stata di Kg 209,7; ovvero le emissioni si sono ridotte del 60%. Ma ,dall’altra parte, i passeggeri sono passati da un miliardo scarso nel 1990 a quasi 4 miliardi nel 2018, un aumento, esattamente del 327%.
Doverosa premessa al prosieguo di questo articolo: non si vuole colpevolizzare il traffico aereo riguardo il problema ambientale, ma si vuole tentare di evidenziare alcune criticità dell’argomento.
Il traffico aereo ha un notevole peso ambientale sia perchè, come abbiamo visto, è sempre in aumento, sia perchè manca una regolazione legislativa precisa. Sempre rimanendo nell’orticello prealpino, Como è “circondata” da almeno 3 aeroporti: Linate, Orio al Serio e Malpensa. Questo è un hub, ovvero un aeroporto di trasferimento passeggeri con destinazioni internazionali, copiosi voli intercontinentali e significativa presenza di traffico commerciale.
La progettazione di un aeroporto prevede una serie di valutazioni iniziali: nel caso esemplificativo di Malpensa 2000, possiamo riportare lo studio del Battelle Centri di Ricerca di Ginevra(1), datato 1997: viene riportata la l’inquinamento atmosferico dell’attività aeroportuale, in tonnellate/anno, divisi per inquinante: CO, NOx ed idrocarburi (=HC).
- Traffico e posteggi: CO=115 , HC=17,5 , NOx = 57,4
- Impianti tecnologici e supporto a terra: CO=944, HC=64, NOx=315
- Decollo e salita aerei: CO=158, HC=38, NOx=1730
- Attesa e rullaggio aerei: CO=1033, HC=258, NOx=151
peraltro, L’art.8 comma 1 direttiva 92/81/CEE esenta dall’accisa armonizzata gli oli minerali utilizzati con carburanti nella navigazione aerea (oltre che, ad esempio, nelle centrali termoelettriche).
Valutando a spanne, possiamo postulare, ottimisticamente, che l’aumento delle emissioni sia solo del 70%: pertanto le emissioni sarebbero queste, in totale, considerando solo due parametri:
CO=3825 tonnellate annue;
NOx=3830,8 tonnellate annue;
Da quando è sorta la grande attenzione per la preservazione ambientale, pare essere nata una certa “vergogna di volare”(2), non tanto dei passeggeri, quanto della compagnie aeree: per far vedere il loro impegno nella riduzione dell’ impatto ambientale dei loro mezzi, diverse compagnie hanno dato il via ad una compensazione, tramite una corposa piantumazione in diverse parti del mondo, seguita da impegno, a medio termine, di una ulteriore riduzione delle emissioni.
E’ evidente che esiste anche un serio problema su scala locale. E’ stato dimostrato che l’aeroporto di Los Angeles (LAX) aumenta le concentrazioni di PM di almeno 2 volte il valore basale in un’ area di 60 chilometri quadrati, praticamente inquinando quanto tutto il sistema di strade ad alto scorrimento della zona(3).
Con dimensioni diverse, ma questo discorso vale anche per la zona ove abitiamo noi. Sicuramente la Pianura Padana è alquanto urbanizzata, ed è difficile pensare di sostituire intere città con foreste: per questo, s’impone la conservazione totale delle aree verdi rimaste, e questo comprende anche di abbandonare progetti scellerati di costruire tangenziali o strade di grande scorrimento attraverso queste aree verdi: non riducono l’inquinamento, lo spostano solo dove prima non c’era mai stato, ma l’effetto sugli inquinanti dei centri abitati è risibile. In secondo luogo, preferire i trasporti pubblici, treno in primis, per gli spostamenti sotto i 600 chilometri di distanza: per questo un corposo efficientamento del trasporto, anche locale, su rotaia sarebbe da perseguire urgentemente.
Nell’attesa di essere stupiti dall’ European green deal…in positivo ovviamente.
BIBLIOGRAFIA:
- Studio di valutazione dell’impatto atmosferisco associato al traffico aereo ed alle attivitò dell’Aeroporto Malpensa di Milano. Rapporto Finale Per La Società Esercizi Aeroportuali SEA, battelle Centro di Ricerca di Ginevra, luglio 1997.
- http://formulapassion.it/worldnews/focus/la-vergogna-di-volare-flightshame-477543.html
- Hudda N et al. Emission from an international airport increase Particle Number concentration 4-fold at 10 km downwind. Environ Sci Technol 2014; 48. 6628-6635