Loro sono skaters.
Hanno chiesto per tanto tempo uno spazio dove possano allenarsi con i propri skate che oggi non hanno.
In assenza di una risposta, loro hanno eletto uno dei non-luoghi della nostra città al loro allenamento: largo Spallino a Como.
I linguaggi cambiano come cambia il suo significato e quello che ai più sembrano atti irrispettosi così non sono. Appendere le scarpe a un filo o, nel nostro caso a un tirante, si chiamano shoefiti (fusione delle parole shoes=scarpe e graffiti) è sono un simbolo di rispetto ma anche di protesta. La stessa protesta a rivendicare uno spazio dove possano stare, senza fare del male a nessuno, e dove possono coltivare la propria passione che – per alcuni soprendentemente – è diventata recentemente uno sport olimpico.
Sempre rivendicazione di uno spazio sono i graffiti appesi in quella zona che fanno riferimento ai lavori Keith Haring, un arcinoto artista graffittaro e fumettista statutitense.
Prima di giudicare qualcuno, credo, che bisognerebbe fare lo sforzo di comprendere un linguaggio, capirne le chiavi e cercare di interpretare i reali e semplici bisogni.
Alla fine c’è un tanto parlare della Generazione Z, i giovani, che dovrebbero interessarsi della cosa pubblica, ma non comprendiamo che loro già lo fanno.
Questa generazione viene definita fluida ma non per chissà quali motivi. E’ una generazione fulida perchè – nelle rigide logiche razionali di questo mondo – loro sono come dei fluidi e si adattano al meglio; proprio come fa l’acqua che prende la forma della bottiglia.
Così loro hanno fatto in largo Spallino, si sono adattati a una rigidità e come fluidi stanno abitando un non-luogo interpretandolo nel loro linguaggi.
Bravi ragazzi!
Avete dato prova della vostra scorza che, al contrario di quello che si pensa, è forte. A noi il compito – come dovrebbe fare la buna politica – di fare ammenda e riparare.
Per questi motivi l’ e area Ticosa dovrebbero prevedere spazi per loro. fine.